QUA LA ZAMPA, NONNO!

QUA LA ZAMPA, NONNO!

il ruolo degli I.A.A. con gli anziani

“Un animale da compagnia è in grado di offrire un amore senza confini e un’approvazione incondizionata. Molti anziani e persone sole hanno scoperto che questi animali sono in grado di soddisfare bisogni emozionali vitali” (Levinson, 1969).

Il progetto è stato svolto presso “l’oasi centro per la terza età” di Castellana Grotte

I programmi di IAA (Interventi Assistiti con gli Animali) rivolti agli anziani sono senza dubbio i più documentati. Sono infatti stati pubblicati numerosi studi sugli effetti positivi che il contatto con gli animali ha sulla salute.

Uno dei più interessanti è stato condotto dallo psicologo C.M. Brickel nel 1984. Egli aveva preso in esame pazienti depressi di età compresa tra i 45 e gli 84 anni studiando i miglioramenti nel vissuto della malattia. Brickel divise i soggetti in tre gruppi: alcuni avrebbero seguito una terapia tradizionale, mentre altri avrebbero avuto l’ausilio di un cane addestrato. Un terzo gruppo di controllo non avrebbe partecipato a nessuna attività di tipo terapeutico. Attraverso questo studio lo psicologo ha dimostrato che i pazienti accompagnati da un cane registrano i miglioramenti più significativi sulla scala della depressione. Essi infatti hanno registrato un notevole miglioramento nel comportamento e sono aumentate le loro interazioni con il personale e con gli altri pazienti del programma.

Invecchiando si verifica un decadimento delle capacità motorie e delle prestazioni psico-fisiche della persona. Molti studi infatti hanno dimostrato che con il passare dell’età la persona tende a distogliere l’attenzione da sé stessa. Gli anziani tendono quindi a disinteressarsi di quelle attività prettamente sociali e interattive che coinvolgono altre persone. Questa tendenza porta le persone di una certa età a un ritiro sociale naturale.

I programmi di IAA, tramite l’interazione e lo svolgimento di compiti elementari con cani selezionati e appositamente addestrati, come per esempio passeggiare con il cane al guinzaglio, fornire cibo e acqua, spazzolare e far giocare il cane, consentono di mantenere o addirittura di sviluppare abilità utili a promuovere l’autonomia personale e il recupero dell’autostima attraverso la restituzione di un’immagine di sé come persona competente

E’ stato dimostrato che il rapporto di tipo affettivo ed emozionale che si instaura tra uomo e animale favorisce l’abbassamento della pressione sanguigna e il rallentamento della frequenza cardiaca.
Per le persone che sono affette da demenza senile instaurare un rapporto con un cane è abbastanza semplice. La relazione con un animale è di certo meno complessa di quella tra esseri umani. Questo perché il rapporto è basato su gesti ed azioni che non hanno nulla a che fare con il linguaggio o la memoria, spesso compromessi dalla malattia. Per l’anziano affetto dal morbo di Alzheimer, per esempio, si viene a creare la possibilità di interagire con un essere vivente e di essere ricambiato immediatamente con manifestazioni di puro affetto. Gli IAA riducono l’angoscia e l’aggressività dei casi patologici e permette una collaborazione più serena dei pazienti con gli operatori sanitari.

Un ulteriore beneficio per gli anziani malati di Alzheimer deriva dalla capacità di riaprire il flusso dei ricordi rievocando esperienze pregresse. Una relazione, pur essendo stretta con un animale, evoca ricordi sereni e piacevoli vissuti con animali o persone.
Gli IAA per gli anziani non comportano soltanto benefici psicologici, ma migliorano anche le condizioni fisiche. La terapia attuata con l’utilizzo dei cani consente al paziente di ottenere un’ulteriore stimolazione. I cani infatti sentono il costante bisogno di muoversi e spingono i pazienti a fare attività fisica consentendo di riscoprire il piacere di una buona passeggiata in compagnia di un ottimo amico.

Ho avuto la fortuna di lavorare in compagnia del mio cane Nala e della mia equipe di progetto (psicologo clinico – referente di progetto, fisioterapista ed educatori della struttura) in una struttura ospitante pazienti anziani. Riscoprire insieme a loro la possibilità che abbiamo di ritrovarci un po’ bambini e ridere e giocare insieme ai cani è stato per me fonte di ispirazione e di meraviglia.

Il progetto svolto si poneva questi obiettivi:

  • Ridurre lo stato di isolamento.

  • Ridurre i problemi comportamentali.

  • Favorire il mantenimento o il recupero delle competenze.

  • Offrire motivazioni che forniscano il mantenimento e il recupero delle autonomie.

  • instaurare tra paziente e cane relazioni gratificanti sul piano emozionale;

  • migliorare gli aspetti psicologico-emotivi giovando sugli stati depressivi, umore irritabile, scarsa motivazione, bassa autostima, senso di inadeguatezza, senso di incapacità;

  • migliorare gli aspetti psico-socio-relazionali favorendo la spinta verso le relazioni positive ed armonizzando il gruppo;

  • migliorare i fattori di stress, di solitudine;

  • migliorare la salute fisica dal punto di vista del rilassamento

  • stimolare le capacità motorie

    Il cane, attraverso i suoi movimenti buffi, le sue richieste d’attenzione, lo stimolo al gioco e all’attività riusciva a coinvolgere i pazienti in maniera del tutto spontanea; e gesti come, lanciare una pallina al cane o aprire e chiudere la mano per nascondere il biscottino per il cane diventano uno stimolo per permettere agli utenti di fare esercizio e potenziamento della motricità fine e grossolana che altrimenti sarebbero stati svolti, senza alcuna motivazione, in palestra, se non quella di fare la riabilitazione necessaria per un corretto mantenimento della forma fisica dell’anziano.

Recensione AIPET - Amico Leale

Emanuela Ricciardi – Coadiutore del cane presso la cooperativa AIPET

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